La storia di Google
Google, storia del motore di ricerca più famoso al mondo
Google è senza dubbio il motore di ricerca più conosciuto ed utilizzato al mondo ma anche uno dei sistemi più complessi, geniali e soprattutto imprevedibili che siano stati mai concepiti. In questo articolo cercheremo di riassumere gli episodi chiave del fenomeno Google, con una visione a tratti più ampia sul mondo dei motori di ricerca nella prima metà degli anni 90. Per capire a fondo la nascita e l’affermazione di questo brand occorre prima comprendere in quale contesto ha avuto origine e quali sono stati i precursori del motore di ricerca più amato.
Innanzitutto quando e dove nasce Google
Google nasce ufficialmente il 4 settembre 1998 da Lawrence (Larry) Page e Sergey Brin, il dominio google.com viene registrato circa un anno prima, precisamente il 15 settembre 1997.
Il motore di ricerca che sarebbe diventato il più famoso al mondo non ebbe un inizio facile, anzi. Venne ampiamente criticato e snobbato alla grande da quasi tutti nella Silicon Valley, ma andiamo per ordine. Per capire il fenomeno Google occorre fare un passo indietro di qualche anno e scoprire la storia dell’azienda che per prima ha capito le potenzialità della ricerca sul web: Yahoo.
Unite la passione per il basket, l’astuzia e l’immensa curiosità: così è nato Yahoo
Stati Uniti, California, 1994. Jerry Jang e David Filo sono due studenti di ingegneria elettronica che di sicuro non spiccano per gli eccellenti risultati scolastici. Come tanti ragazzi della loro età hanno la passione per il basket e giocano in una squadra locale; essendo studenti della facoltà di ingegneria elettronica hanno accesso al web (cosa non scontata ai tempi) e decidono di utilizzarlo per ricavare più informazioni possibili sulle squadre che avrebbero dovuto affrontare durante un torneo di basket; il loro obiettivo è quello di avere notizie esclusive su moduli di gioco, infortuni, ecc.. , in modo da sfruttare a proprio vantaggio queste informazioni in vista degli incontri successivi.
Passano moltissimo tempo a scandagliare siti per avere più informazioni possibili e proprio in quei momenti hanno un’intuizione che si rivelerà geniale. Perchè non raggruppare tutti i loro siti preferiti in una sorta di lista in modo da poterli consultare in maniera più rapida? Jerry e David non lo sapevano ancora ma avevano ideato il primo motore di ricerca “commerciale”. Si chiamava “Jerry and David’s Guide to the World Wide Web” (la Guida di Jerry e David per il www) e non era nient altro che un insieme di categorie e sottocategorie per aiutare gli utenti nella navigazione.
Fare ricerche sul web per noi è una cosa normalissima, in una manciata di secondi possiamo sapere la lunghezza di un fiume, il numero degli abitanti di un paese o qualsiasi informazione ci venga in mente; ma una volta non era così: reperire le informazioni sul web era un’operazione che in alcuni casi poteva essere lunga e laboriosa, senza tralasciare il fatto che non sempre si riusciva a raggiungere il proprio scopo.
L’intuizione degli studenti fu una manna per tutti gli utenti ed anche se molto rudimentale, il motore di ricerca dei due ragazzi divenne presto molto utilizzato tanto da avere milioni di visitatori in pochissimi mesi. Nel frattempo Jerry e David passavo ore ed ore davanti al computer cercando di inserire nella loro guida più siti possibili; l’indicizzazione avveniva tutta a mano quindi dovevano visitare sito per sito ed inserirlo nella categoria / sottocategoria che ritenevano più adatta.
Ben presto capirono che il nome che avevano scelto era troppo lungo e difficile da ricordare; ci voleva un nome semplice, facile ed immediato: cosi nacque Yahoo. Non fu il primo motore di ricerca ad essere inventato (il primo in assoluto fu Aliweb inventato da uno studente in Canada) ma sicuramente fu quello che in quegli anni divenne più utilizzato e popolare.
Un altro primato di Yahoo; trasformare il web in business web
Yahoo non verrà ricordata solo come la prima azienda che ha creato un motore di ricerca di successo ma anche la prima che ha inserito il business nel mondo del web; in questo caso più che un’intuizione si è rivelata una necessità.
Siamo nel 1995, Yahoo è diventato molto popolare ed ha moltissimi utenti che ogni giorno lo utilizzano come punto di partenza per le proprie ricerche sul web. I costi di gestione aumentano di giorno in giorno ed i due amici si trovano costretti a ricorrere all’inserimento di qualche inserzione pubblicitaria per monetizzare.
I ragazzi sono molto scettici, hanno paura che gli utenti smettano di utilizzare il loro sito perchè si troveranno della pubblicità all’interno. Fortunatamente per loro anche dopo la pubblicazione dei primi annunci pubblicitari non solo gli utenti abituali continuano ad utilizzare Yahoo ma se ne aggiungono sempre di più. Jerry e David hanno fatto Bingo!
La concorrenza si organizza
Sebbene Yahoo non non fosse l’unico sito del genere, i concorrenti fino a quel momento erano molto distanti dal livello che il motore di ricerca dei due amici aveva raggiunto; le cose iniziarono però a cambiare nel giro di pochissimo tempo.
Siamo nel 1996 ed i competitors iniziano ad organizzarsi; ormai sempre più aziende capiscono che internet può essere una macchina da soldi. Motori di ricerca come Lycos, Altavista ma soprattutto Excite guadagnano sempre più terreno nei confronti di Yahoo.
Perchè proprio Excite? Perchè rispetto a Yahoo aveva una tecnologia molto più evoluta; a differenza del motore di ricerca di Jerry e David non aveva una lista di siti suddivisa in categorie ma utilizzava un software. Questo significava che quando un utente effettuava una ricerca tramite Exite un software andava in tempo reale a scansionare le pagine del web per trovare i risultati più pertinenti. Questo fu un grandissimo passo in avanti e Yahoo accusò il colpo perdendo in pochissimo tempo molti utenti, anche se rimase lo stesso il motore di ricerca più utilizzato.
Troppa avidità mette le basi per il futuro successo di Google
Questo a mio avviso è un passaggio fondamentale della storia e tra poco capirete il perchè. Siamo tra il 1996 e il 1998, Google non è ancora ufficialmente nato e tantissimi motori di ricerca cercano di spartirsi il neo mercato e le ricerche degli utenti.
Ogni motore di ricerca fa di tutto per accaparrarsi le attenzioni dei propri clienti; Se ad esempio uno crea un servizio di mail, allora anche gli altri lo seguono a ruota. Se uno pubblica il meteo dopo un giorno anche i concorrenti fanno di tutto per averlo.
I motori di ricerca attratti sempre più dai proventi della pubblicità perdono di vista il loro vero obbiettivo: dare risposte immediate alle ricerche degli utenti. e quando lo fanno mostrano a volte inserzioni pubblicitarie che poco hanno a che vedere con le intenzioni iniziali di ricerca; gli inserzionisti diventano i padroni dei siti e gli utenti sono messi in secondo piano. I motori di ricerca stanno diventando dei luna park pieni di banner che anzichè aiutare gli utenti finiscono per confonderli.
Backrub
Nel bel mezzo di tutta questa situazione, due giovanotti della Stanford, Larry e Sergey iniziano a muovere i primi passi di un progetto che da li a pochi anni si sarebbe rivelato vincente. Siamo ancora nel 1996 e l’intuizione parte da Larry. In sostanza l’idea è quella di attribuire un voto ai siti che ricevono link da altri siti. Più link ricevono, più il voto sarà alto, più rilevante sarà di conseguenza il sito. Il numero di volte che una pagina web veniva citata da altri siti attraverso un link ne indicava l’utilità o la rilevanza. Spiegato in maniera ancora più semplice potremmo fare un esempio:
Ammettiamo di avere 3 siti che parlano del Colosseo apparentemente simili:
- Sito A – il primo sito riceve 65 link da altri siti
- Sito B – il secondo sito riceve 84 link da altri siti
- Sito C – il terzo sito riceve 29 link da altri siti
Secondo l’intuizione che ha Larry quando qualcuno scriverà nel motore di ricerca la parola “Colosseo” il primo risultato che sarà mostrato sarà il sito B, poi il sito A ed infine il sito C.
Cosa vuol dire ricevere link da altri siti? Vuol dire che ad esempio all’interno di un sito che parla degli antichi romani quando ad un certo punto si parla del colosseo, se si clicca con il mouse su quella parola si apre un link sul sito del Colosseo come approfondimento sull’argomento.
L’idea di Larry è tanto semplice quanto geniale; più link ci sono che portano ad un sito più persone lo hanno definito autorevole e lo raccomandano per un determinato argomento. Su questa base venne creato un algoritmo che farà muovere i primi passi a Backrub; il progetto ha così tanto successo che Larry e Sergey devono quasi subito traslocare dall’università perchè il traffico di utenti era così alto da mandare in tilt la rete informatica della Stanford.
1997: viene registrato il dominio google.com
Siamo nel 1997, i due ragazzi dedicano tutte le loro risorse a questo nuovo e fantastico progetto. Il nome Backrub deriva da “Backlink” che fu in sostanza l’intuizione iniziale di tutto il progetto. Larry ad un certo punto inizia però ad avere dubbi sul nome del brand; vuole qualcosa che suoni meglio e che dia l’idea dell’indicizzazione di un enorme quantità di dati così organizza vari brainstorming con gli altri studenti per trovare un nome più adatto.
In uno di questi brainstorming uno studente suggerisce il termine “googolplex” e Larry subito replicato con la forma più abbreviata “googol” (entrambi i termini indicano l’espressione di un numero molto grande). Sembra che, lo studente che fosse seduto al pc ed avesse il compito di interrogare il registro dei domini per verificare la disponibilità capì male e scrisse “google“. Ai ragazzi però quella storpiature del nome piacque e anche molto, così nel settembre 1997 registrarono il dominio google.com.
Un grande progetto con pochi estimatori
Larry e Sergey avevano tra le mani qualcosa di grande, a questo punto bastava trovare qualcuno che finanziasse il loro progetto. Serviva qualche centinaio di migliaio di dollari ed i due ragazzi pensavano di trovare finanziatori disposti a fare carte false per mettersi in società con loro, ma si sbagliavano. Ricordiamoci sempre che ci troviamo nella Silicon Valley nel pieno del boom della “.com” e che la cifra richiesta dai due studenti è molto ma molto bassa.
Eppure il progetto Google viene accolto con molta freddezza dai possibili investitori, le critiche che Larry e Sergey ricevono più di frequente sono che Google è l’ennesimo motore di ricerca oppure peggio ancora che oltre ad essere un ulteriore sito del genere non ha neanche tutte quelle caratteristiche che accomunano i motori di ricerca del tempo (mail, chat, meteo, ecc ecc).
La prima persona a credere nei due ragazzi fu Vinod Khosla il cofondatore della Sun Microsystems che aveva investito ai tempi parecchi soldi nel motore di ricerca Excite con la speranza di fare la guerra a quello che allora era ancora il primo motore di ricerca al mondo: Yahoo.
L’idea era molto semplice; Khosla voleva che Excite acquistasse il brevetto dell’algoritmo della neonata Google per avere un vantaggio nella lotta a Yahoo. Prima di continuare cerchiamo di capire i valori in campo:
- Excite è già una potenza, sta cercando in tutti i modi di scavalcare Yahoo come leader di mercato nei motori di ricerca;
- I ragazzi di Google sono alla disperata ricerca di un finanziatore per il loro progetto, il loro algoritmo è superiore a quello di Excite e sono disposti a farsi inglobare da Excite per avere fondi disponibili per proseguire lo sviluppo.
Google ed Excite quindi si incontrano; il prezzo della licenza dell’algoritmo di Google viene fissato in 1 milione di dollari; so che potrebbe sembrarvi elevato ma per Excite non lo era affatto. A questo punto succede un altro fatto molto importante; Excite rifiuta di acquisire la licenza di Google in quanto pensa che un motore di ricerca del genere non possa generare business. I due ragazzi molto sconsolati devono rimettersi alla ricerca di un nuovo finanziatore.
I due studenti di Stanford iniziano un pellegrinaggio tra tutti i motori di ricerca della Silicon Valley per proporre il loro progetto. Più la cosa va avanti più i ragazzi demoralizzati pensano seriamente di accantonare la loro idea. Addirittura sono disposti a vendere il loro brevetto, incassare i soldi e dedicarsi ad altro ma anche questo tentativo fallisce miseramente.
Finalmente arriva il primo finanziatore
Larry e Sergey sempre più abbatturi si rivolgono ad un loro professore universitario che li mette in contatto con Andy Bechtolsheim, un ricco finanziatore di progetti nella Silicon Valley. Larry e Sergey mostrano ad Andy la demo del loro progetto come avevano fatto decine e decine di volte nei mesi precedenti ma stavolta il finanziatore rimane folgorato da questa idea e firma subito ai due ragazzi un assegno da 100 mila dollari. La cosa buffa in tutto questo è che i ragazzi non hanno neanche un conto in banca. I laureandi della Stanford a questo punto hanno a disposizione un piccolo capitale per realizzare il loro sogno.
I finanziatori di Google si moltiplicano, ma aumenta anche la pressione sui fondatori
Nel giro di pochi mesi nella Silicon Valley inizia a girare la voce di due imprenditori neo laureati, goffi ma sfacciatamente ambiziosi. Vogliono organizzare ed ordinare i dati di ricerca di tutto il mondo per facilitare la consultazione degli utenti (non dimentichiamoci di contestualizzare la cosa, in quegli anni le ricerche effettuate non erano così precise ed accurate come ora, a volte si passava moltissimo tempo su internet senza trovare quello che si stava ricercando perchè i risultati erano poco accurati e non sempre pertinenti con le intenzioni di ricerca).
In poco tempo Google riesce ad accedere a circa 20 milioni di dollari di finanziamenti di medi e grandi investitori; siamo nel 1999, il motore di ricerca funziona sorprendentemente bene. Gli utenti sono soddisfatti dei risultati che restituisce e sempre più persone utilizzano questo nuovo sito come base di partenza per le proprie ricerche. Anche il tasto “i’m feeling lucky” (mi sento fortunato) riscuote consensi dal pubblico. Ben presto però i due ragazzi devono iniziare a fare i conti con le richieste degli investitori.
Oltre al sistema di ricerca così accurato ed innovativo, un’altra cosa che piace molto agli utenti è che Google non è pieno di annunci pubblicitari come i suoi competitors principali. Google al momento non ha entrate anzi, ogni mese spende parecchi soldi per tenere in piedi il sitema; occorre fare qualcosa altrimenti l’azienda fallirà.
Google risolve il problema “prendendo spunto” da un’altra azienda
Los Angeles; a centinaia di chilometri dalla Silicon Valley entra in scena un’altra figura molto importante della storia. Lui si chiama Bill Gross ed è il fondatore di un’azienda incubatrice di startup, la Idealab.
Gross per primo ha un’intuizione anche questa semplice ma geniale; quando una persona effettua una ricerca su internet non solo sta dicendo al motore di ricerca cosa gli interessa ma spesso sta comunicando anche che cosa gli interessa comprare. In effetti all’Audi non farebbe gola apparire nelle inserzioni pubblicitarie di quando ad esempio un utente digita la parola auto? Assolutamente sì.
Nasce Overture, l’ennesimo motore di ricerca per alcuni, una grande idea per altri. Tra gli estimatori più importanti del progetto indovinate chi c’è? Google!
La nascita di Adwords, la pubblicità su Google
Overture ha avuto il merito di essere stato il primo motore di ricerca con annunci targhettizzati in base alle ricerche degli utenti. Oggi diamo questa cosa scontata ma una volta non era affatto così.
Larry e Sergey pensano che un sistema del genere possa essere il concetto ideale di pubblicità anche per Google, una pubblicità più utile possibile e meno fastidiosa per gli utenti. Google ed Overture si incontrarono per cercare di mettere insieme entrambi i progetti; l’accordo non viene siglato ma pochi mesi dopo Google esce con i primi annunci sponsorizzati chiamati “Google Adwords”.
Overture fa causa a Google per aver copiato loro l’idea ma la battaglia legale dura molto poco; Larry e Sergey riconoscono a Gross i meriti dell’idea dando una parte delle loro azioni per la soddisfazione di entrambe le parti.
Google apporta alcune migliorie al concetto di Overture; la più importante è quella di suddividere gli annunci a pagamento dai risultati di ricerca organici; l’utente secondo Larry e Sergey deve sapere sempre se sta cliccando su un risultato naturale oppure su un annuncio a pagamento.
Il bello di Adwords e di tutti gli altri siti simili che stavano nascendo in quel periodo come funghi era che qualsiasi azienda, dalla più piccola alla multinazionale, poteva avere a disposizione per la prima volta un mercato globale per proporre i propri prodotti. Iniziò a circolare il termine “keywords” per indicare i termini che le persone utilizzavo per effettuare ricerche ed iniziarono a nascere le primi rudimentali figure che si occupavano di ottimizzazione per i motori di ricerca, ovvero quello che oggi chiamiamo SEO.
Dal boom alla quotazione in borsa
Con Adwords Google fa letteralmente il botto; dalla vendita di pubblicità arrivano svariati miliardi di dollari che l’azienda può reinvestire per diventare nel giro di pochissimo tempo il motore di ricerca più utilizzato al mondo. Viene tradotto inizialmente in 10 lingue che nel giro di pochissimo diventano 15.
Google annuncia nel frattempo l’indicizzazione di 1 miliardo di pagine, l’azienda si espande a dismisura passando da un trasloco all’altro. Crescono i dipendenti e crescono gli introiti; le lingue nel frattempo sono diventate più di 20 e viene aperto il primo ufficio internazionale in giappone. Siamo all’inizio degli anni 2000.
Solo un anno dopo Google raggiunge le 40 lingue e nel 2003 Microsoft cerca di acquistarla, non riuscendo però nell’impresa.
Il 2004 rappresenta un altro anno importante per l’azienda di Larry e Sergey; ad agosto 2004 infatti Google sbarca a Wall Street con un valore iniziale di 85 dollari ad azione. Per la cronaca già il giorno successivo ne valeva 100.
Le acquisizioni ed i progetti innovativi di Google
Blogger, Android, Picasa, Youtube. Sono solo una piccola parte delle decine e decine di aziende acquisite da Google in questi anni. Alcune hanno mantenuto vita propria (come ad esempio Youtube) altre invece sono state utilizzate per migliorare prodotti esistenti.
Google ormai da anni non è più solamente un motore di ricerca ma è un servizio a 360 gradi per l’utente offrendo prodotti di qualità nei campi più svariati. Pensiamo ad esempio a Gmail, nato come esperimento che si è trasformato nel client di posta più utilizzato al mondo; pensiamo a Google Maps, Google Docs, Google Calendar: strumenti che oggi utilizziamo quotidianamente a casa o in ufficio e persino su supporti mobili. Se da una parte abbiamo a disposizione gratuitamente tutti questi strumenti un prezzo da pagare c’è e sono i nostri dati. Google ormai sa molte cose su di noi; conosce i nostri gusti, i nostri spostamenti, sa chi sono i nostri conoscenti, sa dove lavoriamo e con chi. Ogni cosa ha sempre il rovescio della medaglia e anche questa non fa eccezione.
Aldilà di tutto questo la storia di Google è secondo me una bella storia, ci insegna per l’ennesima volta che per fare grandi cose a volte basta solo una piccola intuizione ed una grandissima forza di volontà, ci insegna a non arrenderci davanti ai rifiuti ed a batterci per ciò in cui crediamo; ci insegna a sbagliare ma nello stesso tempo ad imparare dai nostri fallimenti. Nella storia di Google c’è anche una buona dose di fortuna ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci ed i due studenti della Stanford di audacia ne hanno avuta da vendere.